Claudine Auger quando appariva era festa. La portava con sé, con la sua profonda voce di gola, la sua risata, il suo passo avventuriero, la faceva per gli amici, non solo con la presenza, ma con l’idea che aveva portato in regalo. Ti trascinava via con sé, o trasformava l’ambiente in cui ti trovavi. Era la sua specialità. Ti faceva sentire la sua presenza, come se la tua fosse il vero regalo.
"I think I like the image of life better than life because I don't think real life is as satisfying as film." — François Truffaut
lunedì 30 dicembre 2019
CINEMA E MONDO DEL LAVORO. KEN LOACH. C. PICCINO, «Sorry We Missed You», i sentimenti al tempo del precariato, IL MANIFESTO, 27 dicembre 2019
Sorry We Missed You è il messaggio che i corrieri lasciano quando arrivano, suonano e non c’è nessuno: «Ci spiace, non ti abbiamo trovato» – o meglio «Ti abbiamo mancato» quasi che il destinatario della consegna fosse un target, un bersaglio, lo score di quella gara a cui sono costretti infinite volte al giorno nell’era del commercio digitale coloro che arrivano alla sua porta. Sono anonimi, come i riders che portano la pizza o le cene indiane e giapponesi sfrecciando a velocità folle sulle bici, una sfida mortale, per accumulare corse, perciò guadagno ma soprattutto «punteggio»: essere in alto, tra i primi sulle tabelle di marcia, non «bucare» il planning a costo di ammazzarsi.
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