sabato 20 gennaio 2024

RECENSIONI. C'E' ANCORA DOMANI. GALAXY J., Film da non vedere: "C'è ancora domani", OFFLINE, 12.12.23

  Recensioni entusiaste, elogi sperticati di amiche e amici, voci che rimbalzano per ogni dove… siamo incuriositi a tal punto che ci siamo decisi: andiamo anche noi a vedere questo mitico film, quello della Cortellesi, “di cui tutti parlano”.

“Fusse che fusse…” e ci trovassimo di fronte a un film che rompe gli schemi ed esce finalmente dai binari del conformismo lecchino e complice, della commediola soporifera e vuota e della soap opera inguardabile e avvilente che intasano i nostri schermi. Andiamo, dunque! Il cinema è persino a cinquecento metri da casa, tutto torna, gli dèi sono con noi, sarà un film bellissimo (o almeno interessante).



lunedì 1 gennaio 2024

CINEMA E SOCIETA' AMERICANA. BRAUCCI, Madri e figli. Il cinema di Roberto Minervini, DOPPIOZERO, 19.05.2014

Intervista con Roberto Minervini



CINEMA E PAESAGGIO. MILANO. MONTEDORO L., Milano nello sguardo del cinema. Conversazione con Alberto Saibene, DOPPIOZERO, 13.12.2012

 La conversazione qui pubblicata è estratta dal libro Una scelta per Milano. Scali Ferroviari e trasformazione della città (Quodlibet), a cura di Laura Montedoro: un corposo studio corale dedicato ai sette scali ferroviari milanesi dismessi che rappresentano un’occasione eccezionale e irripetibile di trasformazione urbana e di messa a punto di un’idea di città.

CINEMA E TECNOLOGIE. SPOLADORI S., Avatar, la meraviglia e il cinema che verrà, DOPPIOZERO, 19.01.2023

 Quando nel 2009 Avatar di James Cameron vide la luce, eravamo in un altro mondo e in un altro cinema. Ad esempio, il Marvel Cinematic Universe era solo all’inizio del suo percorso, Barack Obama si era installato da poco alla Casa Bianca, raccogliendo un paese messo in ginocchio dalla crisi del 2008, mentre le piattaforme erano ancora una prospettiva piuttosto lontana. Il film di Cameron usciva – prodotto e distribuito dalla Fox – accompagnato da aspettative altissime, segnato da un destino già scritto: si diceva che avrebbe cambiato per sempre la storia del cinema, che avrebbe portato l’esperienza 3D a un livello mai visto, sdoganandola definitivamente, e che avrebbe costituito, dal punto di vista tecnologico, uno spartiacque.

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CINEMA E PAESAGGIO ITALIANO. SAIBENE A., Dagli anni ’30 a oggi / Il paesaggio italiano al cinema, DOPPIOZERO, 25.09.2016

 Per ricostruire le trasformazioni del nostro paesaggio il cinema è uno strumento formidabile fino ad ora poco utilizzato. Ho preso in considerazione il cinema italiano dagli anni ’30 a oggi, conoscendo troppo poco il cinema muto che, secondo una vecchia classificazione, si divide tra gli eredi di Lumière, il cinema documentario, e di Méliès, il cinema fantastico, di invenzione. E in particolare mi riferisco al cinema di finzione, non al documentario, per la ragione principale che è uno specchio inconsapevole, quindi tanto più ricco di segni che entrano nell’inquadratura, della nostra società. Dal Romanticismo, quando cioè l’idea attuale di paesaggio arriva nella nostra Penisola, fino ai primi del Novecento, gli italiani hanno guardato al nostro paesaggio attraverso la storia dell’arte. Da Giotto fino alle piazze di De Chirico e alle periferie di Sironi, è stata la pittura a insegnarci a guardare le trasformazioni del nostro territorio. A un certo punto del Novecento il cinema sostituisce la pittura, anche perché questa vira verso l'astratto, seppur, come ha fatto qualcuno, accostare un taglio di Fontana a una foto aerea dell'Autosole che attraversa la pianura padana è certamente un esercizio stimolante.