Lo scorso dicembre la rivista inglese «Sight and Sound» ha annunciato il risultato del sondaggio che ogni dieci anni lancia tra critiche, critici, e ora programmer internazionali chiedendo una classifica dei «migliori film di tutti i tempi». L’impresa è in un certo senso impossibile – come decretare infatti nell’assoluto una «classifica» di opere d’arte, fuori cioè dalla soggettività di ciascuno? – ma nei suoi esiti è interessante per cogliere le tendenze delle diverse generazioni di sguardi. Al primo posto – superando classici quali Vertigo di Hitchcock o Citizen Kane di Welles – si è imposto Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles, il magnifico film che presentato alla Quinzaine di Cannes nel 1975 affermò il talento della sua regista, Chantal Akerman, allora venticinquenne, rifondando un certo paradigma della visione.