Riferendosi a Don DeLillo, Fredric Jameson sostiene che si tratti di uno “scrittore epistemologico” nel senso che ha offerto una “soluzione formale” alla «tensione ineliminabile tra l’esperienza privata, frammentaria e la spiegazione scientifica del mondo». Se la spiegazione scientifica del mondo sarebbe quella che riesce a cogliere il sistema di causalità del reale – per esempio, come funziona la totalità del sistema capitalistico in tutte le sue molteplici e stratificate connessioni o l’insieme aggregato al di là di una sua singola operazione o processo – l’esperienza privata e frammentaria, invece, si abbandona alla percezione e alla ripetizione di sequenze di percezioni immediate fino al punto in cui ciò che ci rimane è l’esaltazione della merce, oppure del luogo singolo isolato che allo stesso tempo è svuotato di significato, come un supermercato. Come se, scrive ancora Jameson, «predisponessimo la macchina da presa in modo da segnalare la sua stessa assenza».