Se volete flagellarvi di cinematografico cilicio, Quando di Walter Veltroni fa al caso vostro. Nostalgici mai domi degli anni pesti dell’Ulivo, dei falsi tentennamenti tra massimalismo e riformismo (tutta scena, riformismo neoliberista a manetta), ma soprattutto di un cinema spompo, esangue, in auto dissolvenza (e distruzione) perenne, ecco è la vostra ora. La storia è nota, anche perché ci aveva pensato pressappoco e senza l’enfasi paravento del solito Berlinguer (morto) il tedesco Wolfgang Becker nel 2003 con Goodbye Lenin. Giovanni (Neri Marcorè) partecipa da 18enne ai funerali del segretario del PCI nel giugno del 1984, ma gli finisce un’asta di una bandiera sul cranio, stramazza al suolo, e rimane in coma per 31 anni. Al risveglio miracoloso Giovanni si ritrova senza diploma di maturità, con un vuoto storico temporale sconcertante, con la moglie che si è sposata con il suo compagno di liceo e una figlia ormai adulta, ma soprattutto accompagnato nel recupero sensoriale e storico da un’affezionata suorina (Valeria Solarino).