giovedì 9 maggio 2019

CINEMA E SOCIETA' AMERICANA. LOUISIANA DI R. MINERVINI. E. MONREALE, "Louisiana", l'America della disperazione, L'ESPRESSO, 8 giugno 2015

Il film sugli Stati Uniti più rivelatore degli ultimi tempi è una produzione italiana. Lo ha diretto Roberto Minervini, marchigiano residente da tempo in Texas, che, dopo un percorso di vita accidentato, è diventato un nome noto ai festival internazionali. Dopo due film a soggetto che stavano tra Terrence Malick e Rossellini, il suo primo titolo a uscire in Italia è stato il documentario “Stop the Pounding Heart”, ritratto delicato di un’adolescente in crisi in una famiglia di fondamentalisti cristiani, nel Texas devoto al rodeo e alle armi.




Anche “ Louisiana ” è un documentario, frutto di mesi di riprese, 150 ore ridotte a poco più di una e mezza. Un lavoro in simbiosi con le persone filmate, che produce uno sguardo promiscuo, pericolosamente prossimo ma che sa trasmettere, di questi uomini disperati e neanche troppo simpatici, la vita e le ragioni, con uno spirito di profonda carità.



Il film documentario di Roberto Minervini in sala dal 28 maggio. In un territorio invisibile, ai margini della società, sul confine tra illegalità e anarchia, vive una comunita? dolente che tenta di reagire a una minaccia: essere dimenticati dalle istituzioni e vedere calpestati i propri diritti di cittadini

Seguiamo una coppia di bianchi sottoproletari della Louisiana, drogati di metanfetamine, mentre si aggirano in un sottobosco di persone sole e disperate. Li vediamo letteralmente nudi vagare per strada, bucarsi (perfino sul seno), fare l’amore in una scena scioccante e tenera insieme, con intorno donne incinte che fanno lap dance, o ubriachi che straparlano.

Quel che vediamo è un vero pugno in faccia allo spettatore.
Dopo oltre un’ora, però, il film finisce e ricomincia raccontando un’altra storia, spiazzante e speculare: un gruppo di paramilitari che si addestra nei boschi, stavolta ai confini con l’Arkansas, in una specie di rivolta paranoica e ultra-individualista, per difendersi da un presunto strapotere dello Stato. Le due ribellioni, folli e autodistruttive, sono chiaramente senza sbocco, eppure nascono da un mondo reale, dalla oscura comprensione di contraddizioni insostenibili, come in una versione deforme dei classici dell’“individualismo democratico” alla Henry David Thoreau.
Minervini guarda i suoi personaggi senza giudicare ma con calore. Rischia molto in termini di moralità dello sguardo ma trova alla fine, in maniera esemplare, la giusta distanza. Fino a una immagine conclusiva quietamente apocalittica, che sembra arrivare dal grande cinema americano degli anni Settanta.

“Louisiana - The Other Side” di Roberto Minervini, Italia-Francia, 97’ 



© Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento