Che impressione le è rimasta della Rimini che si vede nel film?
Rimini quando girammo il film, d’inverno, era tutta grigia, pioveva, faceva freddo e tirava vento. Era completamente vuota, non c’era nessuno per la strada. Era tutto chiuso. Lavoravamo da mattina a sera e, a parte il clima, non ricordo molto della città, eccetto una piccola casa vicino al mare, alcuni interni e il delfinario, anch’esso vuoto, dove ho toccato per la prima volta un delfino che sembrava di plastica. Ora è la prima volta che torno dopo 40 anni e Rimini, così piena di gente e turisti, non la riconosco affatto.
Qual è stata la maggiore difficoltà che ha incontrato a recitare ne La prima notte di quiete?
Beh, credo di non avere avuto particolari difficoltà. Era il mio primo lungometraggio, ma io mi fidavo totalmente di Zurlini e mi sono lasciata andare. Non mi sono fatta molte domande, ho solo cercato di fare del mio meglio, concentrandomi su ciò che mi veniva richiesto.
Com’è stato lavorare con Valerio Zurlini?
Mi piaceva la maniera in cui mi parlava, credevo di capire che cosa voleva da me ed era molto paziente. Un grande regista e un uomo stupendo. Ricordo però che era anche teso, all’inizio ciò mi ha sorpresa molto. Sapeva esattamente cosa voleva ma era molto stressato e il mio desiderio era che si rilassasse. Ignoro perché fosse così teso, non l’ho mai saputo esattamente. Ho sentito che aveva qualcosa di molto triste, di terribile dentro. Non gliel’ho mai detto, ma avrei desiderato che fosse contento, avrei voluto rassicurarlo.
Com’è stato trovarsi a recitare accanto ad Alain Delon? Ne era intimorita?
No, affatto. All’inizio non lo conoscevo neanche e gliel’ho detto. Non sapevo fosse una grande star e l’ho scoperto durante il film. Allora venivo dal mondo della danza e non prestavo molta attenzione al cinema. Alain è stato molto carino con me, mi ha aiutato tanto, abbiamo lavorato molto bene assieme, dunque ne ho un ottimo ricordo.
Si è sentita a suo agio nel recitare la scena di nudo con Delon?
Sì, era una scena necessaria, non era messa lì per mostrarmi senza veli. Credo fosse naturale che venisse inserita in quel punto del film.
Tra tutti i personaggi del film quello di “Spider” (Giancarlo Giannini) si differenzia dagli altri per la sua cultura e sensibilità…
Sì, è un personaggio sensibile e molto fragile. Devo dire che anche Giannini è stato molto gentile con me, in quelle poche scene che abbiamo girato assieme. Ha contribuito a farmi sentire adottata dal gruppo.
Che sensazione ha provato recitando la scena a Monterchi, davanti alla Madonna del Parto di Piero della Francesca?
Il racconto che Daniele Dominici fa a Vanina Abati di quella bellissima Madonna è pieno di poesia. Tutta la scena è speciale e mi è rimasto dentro come un senso di grande mistero. Da quel quadro e dalla descrizione che ne viene fatta emana qualcosa di intangibile.
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