ROMA. Un ragazzo di 92 anni. Paolo Taviani, morto oggi a Roma dopo una breve malattia, non ha mai perso l’entusiasmo e l’amore per il cinema, iniziato da ragazzo quando con il fratello Vittorio, morto nel 2018 era tra gli animatori del Cineclub di Pisa. Trasferitisi a Roma verso la metà degli Anni Cinquanta, i due fratelli iniziano con i documentari tra cui «San Miniato luglio '44» dedicato al loro paese di nascita durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il loro primo film autonomo fu «I sovversivi» (1967), con il quale anticipavano gli avvenimenti del '68. Con Gian Maria Volontè raggiunsero il grande successo con «Sotto il segno dello scorpione» (1969) in cui s'avvertono gli echi di Brecht, Pasolini e Godard. La tematica della rivoluzione è poi presente sia in «San Michele aveva un gallo» (1972), adattamento del racconto di Tolstoj «Il divino e l'umano», sia nel film sulla restaurazione «Allonsanfàn» (1974) con Mastroianni, Laura Betti e Lea Massari. Ma a consacrarli è «Padre padrone» (1977, Palma d'oro al Festival di Cannes), tratto dal romanzo di Gavino Ledda, storia della lotta di un pastore sardo contro le regole feroci del patriarcato.
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Gran premio speciale della giuria a Cannes anche per «La notte di San Lorenzo» (1982) che racconta, con uno stile che è stato definito «realismo magico», la fuga verso «gli americani» di un gruppo di abitanti di un paese della Toscana, dove i tedeschi e i fascisti compiono una strage nel duomo per rappresaglia.
Dopo anni di film e successi a corrente alternata i fratelli scelgono la via della televisione, firmando una rispettosa rilettura di «Resurrezione» (2001) dell'amatissimo Tolstoj e «Luisa Sanfelice» (2004), ballata romantico-popolare con Letizia Casta e Adriano Giannini ambientata negli anni della Repubblica Partenopea.
Con «Cesare deve morire», ambientato tra i detenuti che all'interno del carcere romano di Rebibbia recitano la tragedia di Shakespeare, vincono nel 2012 l'Orso d'oro al Festival di Berlino.
Vittorio, malato da tempo, muore a Roma il 15 aprile 2018 a 88 anni. Quattro anni dopo, nel 2022, Paolo Taviani torna in concorso a Berlino con «Leonora addio», ispirato all'omonima novella di Luigi Pirandello. Il primo film girato senza il fratello Vittorio e a lui dedicato, nel segno di una presenza mai interrotta: «Anche stavolta ho sempre sentito il suo fiato dietro di me».
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