giovedì 15 dicembre 2022

COLONNE SONORE. LA SCOMPARSA DI A. BADALAMENTI. ERCOLE F., Angelo Badalamenti, maestro del suono tra musica e psiche, IL MANIFESTO, 14.12.22

 Immagini che si confondono con i suoni, panorami dentro o sopra altri panorami laddove i sensi sembrano invertirsi, la vista con l’udito e viceversa in un contrappunto mutevole tra visioni e armonie. Maestro nell’invenzione di mondi del suono che collidono con quelli della psiche e della superficie, Angelo Badalamenti, il musicista e compositore nato a New York nel 1937, è morto domenica a Lincoln Park in New Jersey, un autore di melodie mutevoli, dagli innumerevoli stili difformi, che ha scritto alcune tra le colonne sonore cinematografiche più ispirate e complesse degli ultimi decenni; sconfinando inoltre persino nel videogioco proprio nel momento in cui questo più tendeva esplicitamente a trasformarsi in un cinema venturo, ovvero Fahrenheit (2005) di David Cage, dove le musiche originali dell’artista di origini italiane si proiettano con naturalezza nelle canzoni di Nina Simone o Ben E. King.




UN ALTRO ESEMPIO di come la musica di Badalamenti si prolungasse con una (solo) apparente naturalezza in altre musiche di diversa epoca e provenienza si trova in Cuore Selvaggio di David Lynch, laddove egli riesce a fondere con straordinaria coerenza l’introduzione sinfonica di In Abendrot di Richard Strauss con le proprie melodie in un miracolo timbrico. Il cinema e la televisione (sempre cinema anche in questo secondo caso) di David Lynch sono il tappeto visionario sul quale la musica di Angelo Badalamenti permarrà più amata e celebrata, più incisiva per l’alchimia verificatasi tra i due artisti a partire da Velluto Blu nel 1986, per poi esplodere in una serie di musiche indimenticabili in Twin Peaks, opera il cui valore risulta inscindibile dalla colonna sonora.


Musiche che mutano da desolanti paesaggi cameristici ad agghiaccianti cacofonie, da ritmati sviluppi jazzistici a dolcissime e malinconiche canzoni notturne quasi infantili e schumaniane. Il rapporto più che fecondo con David Lynch continuerà con Fuoco Cammina con Me (1992), Strade Perdute (1997), Una Storia Vera (1999), Mulholland Drive (2001) e infine con il nuovo, fluviale e luttuoso Twin Peaks (2017) che oggi risulta il suo struggente testamento. Tuttavia non solo con il regista di Eraserhead, Angelo Badalementi ha composto le sue partiture, sebbene queste siano in maniera inevitabile le più celebrate proprio per le affinità elettive, le corrispondenze tra autore di cinema e compositore.

In «Fahrenheit» di David Cage, sconfina perfino nel videogioco prossimo venturo


Badalamenti collaborò alla colonna sonora di Nightmare 3 (1987) di Chuck Russel, l’unico episodio non «craveniano» davvero degno di nota della saga horror sull’omicida onirico Freddy Krueger. Nello stesso anno firmò le musiche de I Duri non Ballano di Norman Mailer con Ryan o’ Neal e Isabella Rossellini, con la quale tornò a lavorare anche in Cugini (1989) di Joel Schumacker. Risulta davvero bizzarra, ma è una prova dell’eclettismo di Badalamenti, la colonna sonora di National Lampoon’s Christmass Vacation Un Natale Esplosivo (1989) con Chevy Chase. Degne di nota sono inoltre le colonne sonore di Cortesie per gli Ospiti (1990) di Paul Schrader, di Holy Smoke (1999) di Jane Campion e Dark Water (2005) di Walter Salles.

NON SOLO per le colonne sonore va ricordato Angelo Badalamenti ma come co-autore delle canzoni di autori stellari: scrisse con Nina Simone I Hold no Grudge nel 1967, lavorò nel 1992 ad Abbey Road con Paul McCartney, collaborò con gli Anthrax per la loro inquietante e potente The Black Lodge, un omaggio della band thrash metal americana all’immaginario visivo e sonoro di Twin Peaks e nel 1995 compose le canzoni dell’album A Secret Life di Marianne Faithfull.

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